Trasferimento dal carcere di Pistoia a quello di Sollicciano, a Firenze, oggi per Gianluca Pantaleoni, il vice ispettore della Polstrada ( aggregato a Montecatini Terme ma ancora in forza al comando di Lucca, e ex comandante ad interim di Viareggio) arrestato la scorsa settimana al culmine di un’indagine della Squadra Mobile pistoiese diretta dal dottor Antonio Fusco, durata circa un anno, e fatta di pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. Per lui, come noto, il gip ha accolto la richiesta della Procura di custodia cautelare in carcere, respingendo, ieri, l’istanza presentata dal difensore, avvocato Cristiano Baroni, di attenuazione della misura con gli arresti domiciliari. La motivazione del trasferimento, spiega il legale, potrebbe essere l’incompatibilità per il detenuto con il carcere di Pistoia, territorio dove ha operato come poliziotto e dove conosce sia i colleghi della Penitenziaria che altri detenuti. Intanto si apprende anche che la richiesta della difesa di far periziare Gianluca Pantaleoni da parte del professor Mario Di Fiorino, primario del reparto di Psichiatria dell’ospedale “Versilia”, non è stata accolta. L’avvocato è ora al lavoro per poter comunque far visitare il suo assistito in cella, che come ammesso durante l’interrogatorio sarebbe affetto da ludopatia.  Il vice ispettore della Polstrada, anche segretario nazionale del sindacato Uil-Polizia, è accusato di corruzione per asservimento della funzione, truffa aggravata, anche ai danni dello Stato, circonvenzione di incapace, traffico di influenze illecite, riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagine è nata da strani movimenti sui suoi conti correnti, con un giro di soldi – 900mila euro in tre anni – che, in base alle accuse degli inquirenti, avrebbe ricevuto da pregiudicati legati alla criminalità organizzata ai quali avrebbe fatto da “talpa”, rivelando i particolari delle auto civetta della Questura di Pistoia.

(Visitato 1.689 volte, 1 visite oggi)

“Cacciatore di ebrei”, la foto su Fb con in mano una pistola: arrestato dalla Digos, a casa produceva anche droga

Tromba d’aria, produzioni ko. Allarme di Coldiretti